Sounëtt e racount dal Nino 

Al Camin ca ‘l Subia (Il Camino che Fischia)

Un vecchio detto, anche se non troppo cristiano, suona così: “Chi la fa l’aspetti”. 

Ancora oggigiorno, dalle nostre parti si usa, quando si chiama un muratore, passargli da bere del vino, sia a lui che ai suoi giovani aiutanti: ed il vino dev’essere buono ed in abbondanza.

E’ successo ad un muratore, che di soprannome era detto “la Gali-na“, chiamato a costruire un forno in una stanza al pianterreno di una cascina.

Il padrone di quel lavoro, un tipo molto avaro, ebbe il coraggio di offrire da bere dell’acqua fresca...leggera.

Un affronto del genere mette di malumore chicchessia, tanto più a chi dell’acqua ne fa uso solo per lavarsi la faccia, provocando così una pronta vendetta.

Il proprietario della cascina, dopo un po’ di tempo, è dovuto correre a Grana dal muratore per dire che il suo camino fischiava forte, specie durante i temporali provenienti dal Biellese: un suono profondo come quello delle Sirene delle navi in porto.

Un temporale?” chiede il muratore, sogghignando tra se e se, poi, con fare ironico risponde: “si vede, caro mio, che a Quel Camino non piace l’Acqua…ma preferisce il Vino”.

Sounëtt e racount dal Nino

Al Disnè dlà Miseouca   (Il Pranzo della Banda)

Aveva comprato un bel chilo di carne a testa la Banda Musicale per fare il pranzo nel Bar del Remo: voleva festeggiare l’incasso realizzato sul ballo nel giorno della Festa patronale.

Quella era una gara nel mangiare! Tutte le portate per loro erano una festa ed ogni  piatto spariva in un baleno e neppure una briciola tornava indietro!

La quantità di cibo consumata dai Suonatori di sicuro, e senz’ombra di esagerazione, sarebbe certamente bastata a fare un pasto coi fiocchi non a venti persone, quali essi erano, ma bensì ad almeno cento.

“Ma come avete potuto mangiare così tanto?” è stato chiesto loro da alcuni dei presenti, sicuramente non del posto. E una sola fu la risposta “certo! parcà la nostra al era ina fàm da Sounadùr”.

Con il gruppo dei “Musicanti” vi erano poi due componenti la stessa famiglia seduti vicino: il padre, artista del suo tamburino ed il figlio, ottimo suonatore di trombone da canto!

Soltanto più loro stavano ancora mangiando, mentre tutti gli altri, che già avevano finito, stavano cantando scolando gli ultimi bicchieri.

Il padre dice al figlio: “Giovanni, vuoi dire a quella ragazza, di portare qui da noi un po’ d’insalata?”

“Papà non stai bene? non ho mai saputo che è l’insalata a far digerire il bollito!”
“Sei proprio uno stupidone”, replica il padre”, “è per gli altri che abbiamo ordinato questa verdura, per non fare noi Brutta Figura che ancora mangiamo il “Bollito”.

Sounëtt e racount dal Nino

Quatt Fёtte  (Quattro Fette)
“Papà, mi chiedono sempre che cosa ho mangiato ed io rispondo sempre: - quattro fette, solo di polenta - e loro ridono, ma non so il perché!

Mangiamo d’altro, papà, che mi consenta di dire che finalmente abbiamo  cambiato!"

“Sei stupido! Mentre non c’è nessuno che ci sente io t’insegno ciò che devi dire, se interrogato! Devi dire che hai mangiato altre cose! Inventa qualcosa di buono!...che tanto per quel che guadagni, in casa tua resta ben poco da preparare…”.

Il giorno dopo a Carletto tornano a chiedere del pranzo: “oggi ho mangiato…dei buoni agnolotti!” Ma bravo, che hai cambiato!

Vuoi scommettere che ne hai mangiati tanti ?

“Nooo!.. quattro fette!”