La funzione delle campane

Risale all’antichità l’uso di ricorrere a segni o a suoni particolari per convocare il popolo cristiano alla celebrazione liturgica comunitaria, per informarlo sugli avvenimenti più importanti della comunità locale, per richiamare nel corso della giornata a momenti di preghiera, specialmente con il triplice saluto alla Vergine Maria. La Voce delle campane esprime dunque in un certo qual modo i sentimenti del popolo di Dio quando Esulta e quando Piange, quando Rende grazie o Eleva suppliche, e quando, riunendosi nello stesso luogo, manifesta il mistero della Sua unità nell’unico Signore.

La campana dunque, in quanto fusione di diversi metalli più o meno pregiati è stata e deve continuare ad essere quel simbolo di unità tra il Civile e il Religioso al servizio di tutta quanta la collettività.

 

Quali i suoni particolari nella vita del nostro Paese

Il suono dell’Ave Maria

Era ed è il suono che per il credente si fa invito a rivolgere il suo pensiero a Dio all’inizio del nuovo giorno, una speranza per un lavoro proficuo e sereno, mentre per tutti segna l’inizio ufficiale dell’attività lavorativa. Tenendo conto che pochi erano i possessori di un orologio sul posto di lavoro, il rintocco delle ore a Mezzodì, annunciato dal suono della Terza campana, avvisava i contadini nei campi e tutta la popolazione che era giunta l’ora di ritornare alle proprie case e sedersi attorno al desco o comunque di sospendere per un momento il pesante lavoro e consumare il loro frugale pasto all’ombra di un filare se nella vigna o sotto ad un gelso se in un prato, preceduto da un attimo di silenzio in piedi e con il cappello di paglia in mano rivolti verso la Chiesa.

La giornata trovava poi il suo culmine con il rintocco dell’Ave della sera che concludeva il lavoro nei campi e il ritorno di uomini e bestie alle loro case; il suono si confondeva e si armonizzava con il cigolio delle ruote dei carri carichi di Maggese nel tempo della fienagione, a vendemmia con il passare delle bigonce, e con lo spalare della neve durante l’inverno: tutto nel susseguirsi delle stagioni e degli anni.

I ....bot di Vërna” (i rintocchi del venerdì)

Era il suono lento a rintocchi che veniva dato con la seconda campana ogni venerdì alle ore 15 per ricordare a tutti l’ora della morte del Signore.

La campàn-a dlà doutrina” (la campana della dottrina)

Era infatti la 4° campana che aveva il compito di convocare i fedeli alle confessioni settimanali e Pasquali e i ragazzi al Catechismo.

Al campàn-e dal temp.....” (le campane del tempo (meteorologico))

Così denominate le due campane più piccole, la Quarta e la Quinta, che venivano tempestivamente suonate con il sopraggiungere improvviso di un temporale.

Il parroco infatti dall’alto del piazzale della Chiesa, allorquando si rendeva conto nella stagione estiva del sopraggiungere delle nere nuvole foriere di tempesta, si affrettava ad avvisare la popolazione sparsa qua e là per le campagne e il più delle volte ignara del pericolo imminente, data la configurazione delle nostre colline, a ritornare alle proprie case mentre lui, indossati i paramenti sacri impartiva sui quattro punti cardinali la benedizione propiziatrice del Signore con la reliquia della Sacra Spina, Reliquia donata dai Marchesi del Carretto alla nostra Parrocchia ed ancora ora conservata nel nostro museo parrocchiale.

La campàn-a dal.... Foeù o dla Soulidarjetà” (la campana del fuoco o della solidarietà)

Col suo rintocco rabbioso anche nel cuore della notte la terza campana chiamava a raccolta tutta la popolazione ad unire le loro forze a quelle della Società del Mutuo Soccorso presente in paese per venire in aiuto in caso di incendio di abitazioni o fienili mentre dall’alto del campanile venivano date indicazioni del luogo.

La campàn-a dal Vàrdaram e di Bigat” (la campana del verderame e dei bachi da seta)

Ancora una volta protagonista la terza campana nella quotidianità della vita civile: all’inizio della campagna di disinfestazione delle viti dai parassiti della peronospora con il solfato di rame, come per la distribuzione dei piccolissimi semi (uova) dei bachi da seta nel giorno antecedente la festa di S. Marco il 25 di Aprile veniva annunciato dal suono delle Campane. A questa festa, infatti, di S. Marco, nella processione mattutina delle Rogazioni tutte le madri di famiglia portavano appeso al collo un minuscolo sacchetto di seta con la nuova semente per invocare il favore di Dio, sacchetto che poi veniva mantenuto al caldo sul seno delle donne per favorire il dischiudersi delle uova.

La campàn-a.....di Mouribound” (la campana dei moribondi)

Erano i rintocchi gravi della prima campana che accompagnavano nella casa del moribondo il Sacerdote, preceduto dai chierichetti con le lanterne accese, che si recava a portare il viatico e l’Estrema Unzione (allora così chiamata) alle persone in fin di vita. Le lanterne sono ancora oggi visibili nella Chiesa dell’Annunziata. Due rosse e due Blu.

Al ...Sign” (il Segno)

Era ed è tuttora il suono mesto che annuncia a tutta la Comunità la morte di un suo Cittadino ed il giorno del Suo funerale. Oggi come allora è infatti l’annuncio con le campane che ufficializza il giorno e l’ora della sua sepoltura. Il rintoccare e suonare le campane 24 ore prima ne stabilisce l’ora di inizio. Non va dimenticato che un tempo non veniva affisso nessun annuncio di morte. Il suono delle due campane più piccole dopo la maggiore stava ad indicare il desiderio della famiglia di avere presente alla mesta funzione la presenza delle Due Compagnie di Suffragio esistenti nella Parrocchia e precisamente quella delle Figlie di Maria e quella dell’Addolorata, entrambe in divisa.

Da segnalare infine come fossero ancora proprio le campane a comunicare alla gente se la morte era di un uomo o una donna. E come avveniva tutto ciò? Erano il numero dei rintocchi che precedevano il suono che ne determinavano il sesso o in alcuni casi il personaggio;

Due rintocchi era il segnale della morte di una donna, tre rintocchi un uomo, quattro un Diacono o un Sacerdote, sei il Vescovo della Diocesi, nove il Papa.

Campàn-e......da Mort” (campane da morto)

E‘ il suono mesto e lento che saluta e accompagna all’ultima dimora un componente della grande famiglia civile e religiosa, un componente della Comunità.

Infatti, con l’alternanza dei suoni di una, due, tre, cinque campane e che insieme formano il motivo funebre, sembra vogliano indicarci l’intensità della partecipazione dei vari membri della comunità al dolore della famiglia nella sua varietà di rapporto con la famiglia stessa, rapporto di parentela, amicizia, vicinanza o altro.

Ci è facile immaginare per un attimo che anche le campane abbiano un cuore.

I loro rintocchi, i loro suoni, dall’alto del campanile scendono come lacrime sulla bara che si sta avvicinando al campo dei santi e si unisce al pianto di tutta la famiglia Parrocchiale.

La .....Scola” (la scuola)

Alla quinta campana è stato ed è affidato il compito di richiamare intere generazioni di ragazzi al dovere scolastico, un richiamo che in Autunno si faceva invito a riprendere il cammino dopo la pausa estiva, in primavera un invito a vivere con gioia la propria formazione, in estate un incoraggiamento nei momenti di stanchezza in vista degli esami, mentre in inverno con il sopraggiungere della prima neve il suo richiamo diveniva ovattato e quasi impercettibile per la calotta di neve che su di essa si era posato. Un richiamo che sembrava uscisse da sotto le coperte e anziché dare la sveglia ripetesse ....buona notte.

La..... Boundëtta” (la baudetta)

E’ lo scampanio gioioso della grande veglia pasquale che annuncia la Risurrezione di Cristo nella Sua Pasqua, così come è la manifestazione esterna della gioia nella vita della comunità. 

E’ la gioia delle campane che annuncia l’ingresso nella vita di fede della chiesa di un bambino nel battesimo.

E’ il suono solenne delle campane che invita i fedeli all’incontro con il suo Vescovo in occasione della sua venuta. Sono le campane a festa che dicono al mondo l’elezione di un nuovo papa. È con questo suono che la Chiesa accoglie la promessa di amore nel matrimonio di due sposi

E’, infine, ancora il suono gioioso della Boundëtta che dice a tutti granesi e non “A l’è al dì dlà fasta” (è il giorno della festa patronale), “campa seu al Lasagne” (butta giù gli agnolotti (a cuocere!)).