La Chiesetta di San Rocco

Chiesa campestre di particolare interesse storico risalente al 1500, è dedicata al Santo che, pellegrino proveniente da Montpellier, si privò di tutti i suoi beni prima di incamminarsi verso Roma, in occasione del Giubileo, curando tutti i malati di peste che incontrò lungo il viaggio.

Nato nella cittadina francese nel 1350, morì piuttosto giovane, poco più che trentenne a Voghera e divenne il protettore dei malati infettivi. Fu anche lui colpito dalla peste e la tradizione vuole che rifugiatosi in un bosco sia stato salvato dalla fame da un cane che ogni giorno gli portava un pezzo di pane. Da questo fatto si tende a far nascere la consuetudine di rappresentarlo con un cane vicino.

In origine la Chiesa era ubicata fuori dal paese, tanto che durante la peste che fece strage anche a Grana intorno al 1630 fu utilizzata come lazzaretto. Gli appestati erano assistiti dalla pietà dei parenti che porgevano loro cibo e bevande con lunghe canne per evitare il contagio.

E anche adesso è situata ai margini dell’abitato, nella zona sud, quasi al termine della via Professor Garrone, in posizione sopraelevata rispetto al piano stradale, e al suo piccolo sagrato si accede attraverso un scalinata di una dozzina di gradini completamente ristrutturata in epoca recente grazie al contributo di Francesco Piccinino, in ringraziamento al santo per la guarigione del figlio.

La Chiesa di San Rocco, una delle 3000 presenti in tutta Italia dedicate al santo, non ha particolari pretese artistiche, seppure si presenti con gradevoli linee architettoniche, e all’interno il Santo è raffigurato con una statua in gesso ancorata alla nicchia posta sull’altare. Una particolarità di questa statua, voluta da Don Mazzolia, della quale si trova traccia nei documenti storici già dai primi del 1600, è rappresentata col cane a fianco che ha in bocca la tipica forma di pane monferrina, la “grissia” e questo fa pensare che l’autore, seppure ignoto, fosse della zona.